E’ opinione comune che l’automazione delle macchine agricole darà luogo a una quasi totale rivisitazione dei loro attuali layout costruttivi. A conferma, una recente ricerca Bosch patrocinata dal ministero per gli affari economici tedesco e rivolta al settore auto secondo la quale le vetture autonome del futuro poco avranno in comune con le attuali, sia in termini di strutture, sia di alloggiamento degli occupanti, sia di guida. Di fatto accadrà che le auto si connoteranno quali “volumi mobili” all’interno dei quali i passeggeri potranno dedicarsi alle attività di loro interesse non dovendo preoccuparsi della guida.
Facile ipotizzare che nel lungo periodo anche in campo agricolo si instaurerà tale evoluzione, con la differenza che l’operatore non dovrà preoccuparsi di impegnare il tempo lasciato libero dalla guida e dal lavoro per il semplice motivo che non sarà a bordo del cantiere di lavoro ma lo controllerà a distanza o non lo controllerà affatto. Una realtà comprovata dai numerosi prototipi di mezzi semoventi autonomi che i vari costruttori stanno mettendo a punto, macchine diverse fra loro per tecnologie di propulsione e di gestione ma accomunate proprio dal fatto di operare in piena autonomia e senza supervisioni umane.
Da Enovitis ’23 a Enovitis ’24
Ultima new entry in tal senso il prototipo di irroratore semovente autonomo proposto lo scorso anno da Merlo in occasione di Enovitis 2023, una macchina realizzata sulla base del movimentatore elettrico “CingoM600Td-E” che ha costituito una vera e propria sorpresa per il comparto dell’agricoltura specialistica, vuoi perché apparsa senza essere stata oggetto di alcuna anticipazione, vuoi perché sparita dai radar subito dopo la manifestazione. Era in effetti un prototipo e come tale destinato a rientrare nel Centro di ricerca e sviluppo del Gruppo per essere sottoposto a tutte le modifiche e le implementazioni necessarie a trasformarlo in una macchina più vicina alla produzione. Proprio tale attività di affinamento e messa a punto ha portato verso la metà di Giugno e sempre in occasione di Enovitis alla presentazione da parte del gruppo Merlo della seconda generazione del suo irroratore autonomo, rivisto nei contenuti e nel look oltre che ridenominato “CingoM600A-e”.
La base meccanica è sempre costituita dalla piattaforma “CingoM600Td-E” e quindi prevede la presenza di due motoriduttori elettrici operanti a 48 volt e una elettropompa in grado di erogare circa cinque litri di olio al minuto tre e mezzo dei quali fruibili in lavoro. Ad alimentare il tutto fino a un massimo di quattro provvede un pacco batterie agli ioni di litio da sette chilowattora e mezzo di capacità e ricaricaribile in tre ore. A tali contenuti di propulsione si abbina poi una fitta sensoristica di percezione ambientale operante a 360 gradi, un localizzatore satellitare con correzione rtk e una centralina di gestione delle informazioni il cui software gestisce in modo differente le lavorazioni in essere all’interno dei filari rispetto alle manovre di fine capezzagna. In lavoro l’algoritmo che controlla la traiettoria mantiene la macchina equidistante dai filari giovandosi dei sensori di posizionamento interrompendo sia la marcia sia l’irrorazione nel caso si presenti un ostacolo per poi riprendere il nomale funzionamento quando l’area frontale si sia liberata. Durante le manovre invece l’algoritmo segue le traiettorie di origine gps per rientrare nel filare successivo fermo restando che nel caso siano presenti ostacoli, non procede con un arresto temporaneo ma li evita cercando nuovi percorsi che poi convergono successivamente sulla traiettoria predefinita. All’irrorazione provvedono una botte da 200 litri di capacità che tramite una pompa a membrana alimenta dei getti di ottone e un ventilatore tangenziale.
Può operare a tempo pieno
Così concepito “CingoM600A-e” è a tutti gli effetti una macchina dedicata, ma nulla vieta che in futuro la stessa struttura possa supportare anche attrezzature diverse configurandosi quindi quale portaattrezzi autonomo in grado di espletare le più diverse lavorazioni sostituendo di volta in volta l’attrezzatura. Da segnalare in tale ottica la possibilità di far lavorare il cantiere anche 24 ore su 24 e quindi con una produttività superiore a quella proposta da un cantiere di lavoro tradizionale e la maggior leggerezza del complesso rispetto alle masse proposte dai classici sistemi trattori+attrezzatura, fattore quest’ultimo che gioca a favore della tutela dei terreni, soprattutto quelli su cui gravano produzioni di pregio.
Titolo: “Cingo M600A-e” by Merlo, l’irroratore a guida autonoma per colture specializzate
Autore: Redazione